Vittorianesimo
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    Durante il regno della regina Vittoria (1837-1901) in Inghilterra si vive un'epoca di grande cambiamento. In questo periodo si conclude la seconda rivoluzione industriale, la Gran Bretagna da rurale si trasforma in una tra le più grandi potenze urbanizzate e industrializzate del mondo. Tra la classe borghese e le classi lavoratrici avvengono molti scontri, poiché la prima può attingere alla smisurata ricchezza che guadagna con la grande crescita economica, infatti, grazie all'espansione e al consolidamento dell'impero che può essere gestito imponendo un'aristocrazia fondiaria; mentre la seconda classe vive nella miseria. Per controllare le tensioni sociali del proletariato furono applicate alcune riforme sociali: si estese il numero degli elettori, rendendo il voto segreto, si organizzarono scuole elementari e pubbliche per assicurare una cultura di base a tutti, limitarono le attività sindacali attraverso l'abrogazione di alcune leggi e infine la vita privata di ognuno fu considerata inviolabile.

    Vennero emanate anche alcune riforme in campo economico per incentivare le imprese e i commerci, infatti, l'abolizione della protezione doganale e creando delle società per azioni furono concentrati i capitali.

    Nella letteratura inglese questo è il periodo di passaggio tra il romanticismo e il decadentismo. In quest’epoca, vengono sostenuti progresso e scienza: è il periodo degli studi sull'origine della specie di Darwin che, si oppongono alla religione e contrastati da T. H. Huxely che conduce una campagna umanistica contro il progresso; Arnold invece anticipa l'idea di "cultura di minoranza e civiltà di massa". Intanto il romanzo si avvia ad una grande diffusione grazie all'uscita di romanzi d’appendice: i romanzi a puntate pubblicati sui giornali.

    Uno degli scrittori più influenti è Dickens, scrittore capace di far esaltare nei suoi libri il romanticismo e il moralismo. Infatti, nei suoi racconti, spesso molto criticati sia per le esagerazioni sia per lo stile poco curato, all’epoca erano apprezzati in quanto influenzavano i sentimenti dei lettori, coinvolgendo nelle storie patetiche e inverosimili dei personaggi dickensiani presentati ironicamente per descrivere i paradossi della società in evoluzione, che spesso è in difficoltà a superare le usanze ormai anacronistiche.

    Oltre a Dickens anche le sorelle Brontë che nei loro racconti analizzano criticamente i costumi inglesi e indagano nella profondità dell’animo umano.

    Nello stesso periodo nasce un nuovo tema presentato come variante della possessione maligna: la doppiezza, che è indice di una grave e diffusa crisi d’identità e di smarrimento dell’unità originaria dei personaggi. Stevenson è il principale esponente, infatti, attraverso dei racconti simbolici come “Dottor Jekyll e Mr. Hyde” evidenzia i problemi della società vittoriana.  

    In questo romanzo l'autore presenta la società con lo sdoppiamento di personalità del protagonista Jekyll, figura tipica dell'"eminente vittoriano" che scopre in se stesso un'invincibile carica di negatività, capace di vanificare ineluttabilmente posizione sociale, cultura, compostezza esteriore ed esprimere con eloquenza il problema di fondo dell'epoca, cioè la difficoltà di conciliare senso sociale, cultura e coscienza, ed infine analizza con desolata ironia il rapporto borghese e individuo-società.