Come si lavora con le biotecnologie?
Le biotecnologie sono quelle tecnologie che, in senso generale, costituiscono i metodi e i processi applicati agli organismi viventi per ottenere beni o servizi per l’uomo. L’approccio biotecnologico oculato presuppone una conoscenza elevata della specie da modificare, la scelta dei caratteri migliorabili e dei geni utilizzabili allo scopo. Per realizzare il trasferimento si impiega un reagentario biochimico composto da enzimi che servono a tagliare, modificare e congiungere sequenze di DNA utilizzando protocolli efficienti di trasformazione e selezione degli organismi trasformati. I frammenti di DNA da inserire vengono estratti dalla molecola di DNA d’origine (tramite enzimi specifici, le endonucleasi di restrizione) con varie procedure e sono inseriti in un vettore tramite un ulteriore enzima, la DNA-ligasi. Generalmente i vettori sono i plasmidi, piccole molecole di DNA circolare a doppio filamento e a replicazione autonoma, oppure si può usare una struttura derivata da un virus in grado di immagazzinare materiale genetico. Per ottenere batteri GM, organismi procarioti, esistono tre differenti modalità: Per ottenere piante GM si sfrutta il batterio Agrobacterium Tumefaciens per la sua capacità naturale di infettare i vegetali. Questo batterio infetta la pianta trasferendo un plasmide e viene utilizzato per i dicotiledoni, mentre per i monocotiledoni si utilizza il metodo biolistico, che consiste nel bombardare le cellule vegetali con microproiettili ricoperti di DNA. Alcuni microproiettili penetrano nel nucleo della cellula e possono modificare l’informazione. In sintesi, un qualsiasi OGM si ottiene sempre nello stesso modo costituito da quattro fasi:
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