Gli OGM e le multinazionali
In definitiva, a chi conviene la produzione di OGM? Allo stato attuale probabilmente solo alle multinazionali, ossia a quelle società con attività imprenditoriali diversificate distribuite in paesi diversi. Queste producono e vendono OGM anche per fare aumentare il consumo di altri loro prodotti, come fertilizzanti, pesticidi e integratori alimentari. Inoltre le sementi GM, progettate per produrre piante sterili, costringono ogni anno i contadini a ricomprare i semi dalla multinazionale, che ne controlla e impone il prezzo. L’ambizioso progetto di aiutare i paesi in via di sviluppo con l’introduzione di OGM in agricoltura è per ora irrealizzabile, visto che i risultati ottenuti sono stati perseguiti dalle sole multinazionali che, secondo la logica del profitto, utilizzano gli OGM a fini di guadagno. Solo la ricerca pubblica potrebbe ovviare a questo grave problema, ma al giorno d’oggi il suo contributo è marginale.
Il processo di marketing utilizzato dalle multinazionali del GM è simile a quello del mercato della droga. Le sementi vengono prima inviate gratuitamente ai paesi bisognosi tramite associazioni di volontariato, successivamente i semi devono essere riacquistati ogni anno perché sterili, oppure si devono pagare percentuali annuali sugli utili. Come se non bastasse, le sementi di una certa multinazionale possono essere abbinate esclusivamente agli erbicidi e ai pesticidi della stessa società. Si va così a creare una “dipendenza” da cui è molto difficile uscire. Non si è ancora capito che per interrompere questo processo, nel quale le multinazionali fanno da padrone, bisogna sperimentare OGM con finanziamenti pubblici ed evitare posizioni proibizioniste e di chiusura, che non sono mai produttive in un quadro di sviluppo tecnologico. In generale, è molto improbabile che la promessa tecnologica di sfamare il mondo, nell’attuale contesto, venga mantenuta.
"C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti." Henry Ford |