Sceneggiatura teatrale

SCENA I

 

Fondo nero, quinte nere. In scena, da sola al centro, sarà una bara aperta e fatiscente dentro la quale sarà adagiato, sopra coperte e cuscini, un grande occhio con l’iride rossa, coperto con un panno nero. Dietro la bara, a destra, un catino col sostegno in ferro battuto e la bacinella in smalto bianco, vistosamente rovinata. A sinistra un piccolo comodino con una lampada a olio spenta, un bicchiere e una bottiglia. Luce soffusa, in modo tale da poter scorgere solamente le sagome della scenografia.

 

 

Sulla sinistra sta entrando furtivamente il Corpo, vestito elegantemente; in avanscena destra, immobile, sta il Pensiero: veste con abiti poveri, ha i capelli arruffati capelli arruffati.

 

PENSIERO: E voi quindi vorreste affermare che io sono pazzo? Voi credereste pazzo me? E credete che un pazzo si comporterebbe con tale prudenza e accortezza? No, signori! I pazzi sono incoscienti. Guardate con quanta accuratezza mi sto muovendo! Da sette notti ripeto lo stesso rituale, con infinita pazienza. E per sette notti non mi è stato possibile portare a termine l’opera…-++++ No!

I cardini della lanterna cigolano ed a quel rumore l’occhio si aprirà, illuminato da una fievole luce. Inizia a sentirsi il battito del cuore con volume crescente. Il Corpo sta fermo per circa un minuto. Il pensiero, spaventato, si muove in maniera convulsa.

Immobile, fermo, fermo, fermo, fermo (Il Pensiero ansima, il Corpo immobile): non devo assolutamente rivelare la mia presenza… Sento il suo terrore che cresce… Calmo, devo stare calmo… Non può farmi niente, poveretto! Perché la morte, avvicinandosi a lui, lo ghermisce con il suo freddo tocco… Forse aprendo un piccolo spiraglio… ( il Corpo, movendosi lentamente, apre uno spiraglio della lanterna, e un raggio va ad illuminare proprio l’occhio aperto; il Corpo urla; il battito del cuore copre tutti gli altri rumori: il Corpo assale l’occhio, e dopo una lotta lo rinchiude dentro la bara ).

Come la bara viene chiusa, il battito del cuore inizia a scemare, fino ad arrestarsi completamente. Contemporaneamente a questo, anche le luci si spengono a poco a poco. Buio.

 

Le luci si rialzeranno per breve tempo, mostrando il Corpo che trascinerà fuori scena la bara. Buio.

 

SCENA II

Vecchia poltrona a centroscena, il Corpo seduto comodamente fumando una sigaretta. Scena illuminata. Il Pensiero sulla destra in postura rilassata.

PENSIERO: Naturalmente non potete credere che io sia veramente pazzo: basta guardare con quanta accortezza mi sono mosso, con quanta prudenza, con quanto giudizio. Anche nella settimana prima che lo uccidessi, non ero mai stato così gentile, così premuroso con il vecchio. E credete che un pazzo si sarebbe comportato così? Ogni notte, a mezzanotte circa, giravo la maniglia della sua porta e l’aprivo dolcemente. E poi, quando avevo aperto un varco sufficiente a far passare la testa, introducevo una lanterna cieca, così ermeticamente chiusa, da non lasciar sfuggire neanche un raggio, e poi infilavo il capo. Impiegavo un’ora a far entrare tutta la testa attraverso l’apertura, per non turbare il sonno del vecchio. Un pazzo si sarebbe comportato così prudentemente? Poi, quando tutta la mia testa era nella stanza, schiudevo la lanterna piano, piano, molto piano, perché i cardini cigolavano; la schiudevo solo quel tanto che bastasse a far cadere un unico, sottile raggio sull’occhio d’avvoltoio.

Per sette lunghe notti feci questo e tutte le volte trovai l’occhio chiuso, e perciò mi fu impossibile compiere l’opera, perché non era il vecchio che mi irritava, ma il suo occhio malefico.

 

Buio.

SCENA III

 

Buio. Disposizione di scenografia e personaggi come da scena 1. Occhio chiuso.

 

PENSIERO: Non potete veramente credere che io sia pazzo: osservate, per esempio con quanta accortezza, con quanta prudenza, con quanto giudizio mi sto muovendo. Ah, ah, ah! Sono stato tanto gentile col vecchio… e continuerò ad esserlo fino a quando avrò portato a termine l'opera...(ironico) poi non potrò più esserlo ih, ih, ih! E già… questa è la terza notte che ci provo… fino ad ora ha sempre tenuto l’occhio chiuso… dormiva… e io non ho potuto portare a termine l’opera. Da tre notti ripeto lo stesso rituale. (assumendo un tono drammatico) non è il vecchio che mi infastidisce, ma il suo occhio malefico. (fa per schiudere la lanterna con movimenti estremamente lenti) Ora…così…piano…piano… devo aprire la lanterna senza far rumore, devo vedere l’occhio. Devo portare a termine l’opera…

 

 

Il Corpo schiude lentamente la lanterna ed un filo di luce illumina l’occhio coperto.

 

(con delusione) Chiuso. È chiuso. L’occhio malefico è chiuso. Nemmeno stasera posso portare a compimento l’opera, ma quando l’avrò fatto nessuno potrà sospettare di me. Sono stato così gentile col vecchio… no… direi che nessuno potrà sospettare di me.

 

Il Corpo apre la lanterna, resta un momento in osservazione e lascia la stanza. Buio.

 

SCENA IV

Riprende la scena II. Il Corpo trascina la bara per qualche metro in scena, si siede comodamente nella poltrona, e si accinge ad accendere una sigaretta. Proprio in quel momento suona il campanello. Il Pensiero in avanscena destra.

 

 

CORPO: (tranquillo, introduce due poliziotti in casa) Buongiorno

 

1° POLIZIOTTO: Buongiorno.

 

2° POLIZIOTTO: Buongiorno.

 

CORPO: Prego, si accomodino. A cosa devo la vostra presenza qui?

1°POLIZIOTTO: questa notte in centrale ho ricevuto una telefonata di un vicino per degli strani rumori…un grido… temiamo qualcosa… qualcosa di brutto…ne sa qualcosa?

CORPO: sì… forse…

PENSIERO : un sogno!!!

CORPO: sì, credo di essere stato io, stanotte… un brutto sogno…sì, devo essere stato io…

Pausa

PENSIERO: benissimo. Posso stare tranquillo. Perché dovrebbero sospettare di me? Anzi, ora li invito a cercare bene

CORPO: prego, svolgete pure il vostro lavoro… ecco, se dovete cercare qualcosa, prego, prego…

I poliziotti osservano la stanza per qualche secondo

CORPO: da quella parte c’è la camera di un mio coinquilino… un vecchio che è partito tre giorni fa per la campagna… vi starà ancora per qualche tempo…ma prego, cercate…

Il Corpo si metterà in piedi sopra la botola di scena, sicuro di sé stesso e con aria di trionfo.

PENSIERO: bene, benissimo… il vecchio in campagna… non sospettano di me…le mie maniere li hanno convinti…

CORPO: prego sedetevi, vi prendo due seggiole (esce da destra e torna dopo qualche secondo con due seggiole sottobraccio. La sua camminata è euforica, ma di un’euforia contenuta, come anche la sua parlata.) ecco qua. Prego.

I tre si siedono, il Corpo sulla poltrona

CORPO: sospettate un delitto?

1° POLIZIOTTO: si, in queste zone, purtroppo la violenza è all’ordine del giorno… capita spesso di risse percolose, litigi… a volte finiscono male. (accende una sigaretta)

CORPO: purtroppo lo so bene… abito qua da tempo… la sera non posso uscire… appena posso me ne vado da qua.

 

In quel momento s’inizierà ad udire, all’inizio pianissimo, con volume cresescente, il battito del cuore. Il Pensiero inizierà ad agitarsi. Anche il corpo assumerà all’inizio un atteggiamento sospettoso, poi inizierà a fremere dall’agitazione. Continuerà a discutere con i poliziotti sempre più concitatamente, asciugandosi spesso il sudore dalla fronte, contemporaneamente il battito del cuore continuerà ad aumentare di volume, fino, alla fine a coprire ogni altro rumore. I poliziotti si sorprenderanno sempre più.

 

PENSIERO: nooo!!! Lo sento! Lo sento!!! Non è solo nelle mie orecchie!!! È qua fuori!!! Maledetto!!! Maledetto!!! Avvolge tutto!!! Lo sento!!! Lo sentono anche loro!!!

PENSIERO E CORPO : (assieme, con lo stesso tono, disperato, urlando a squarciagola per farsi sentire sopra il rumore del cuore) Basta!!! Basta!!! Basta!!! Lo sentite anche voi!!! Maledetti!!! Basta con questa farsa!!! Basta!!! Qua, qua, qua!!! Sotto qua!!! Guardate qua!!! Aprite qua!!! È lì sotto!!! Confesso!!! L’ho ucciso io!!!È il battito del suo terribile cuore!!!

 

Tutto ad un tratto silenzio, buio, per qualche secondo la scena resterà così, poi, quando le luci si riaccenderanno, il Corpo e il pensiero saranno accasciati per terra, ansimanti e con la faccia alterata, i poliziotti immobili, esterrefatti dalla scena a cui hanno appena assistito. Poco dopo calerà la

 

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