Confronto con "Il gatto nero"

 

L’horror di Edgar Allan Poe si manifesta sotto differenti forme: da un’angoscia legata ad un essere esterno, la tipica figura del mostro, ad una paura radicata tra il personaggio e l’ambiente, rappresentata dal fantasma, ad un terrore del tutto diverso: l’allucinazione. L’allucinazione narrata da Poe è una paura interna del protagonista, che sente come reale una minaccia inesistente o di dubbia consistenza e che porta ad una totale rottura delle leggi razionali e umane. "Il gatto nero" e "Il cuore rivelatore" rappresentano proprio questa angoscia interiore del narratore- protagonista. Entrambi i racconti pubblicati nel 1843, sono molto simili in aspetti quali la struttura, le modalità di narrazione, ma divergono in altri come nella presentazione dei personaggi…

 

STRUTTURA

Se ci limitiamo ad analizzare il livello più superficiale della storia vi ritroviamo parecchie analogie senza tenere conto né dei luoghi, né dei personaggi, né delle diverse situazioni. La struttura della storia è la seguente: si parte da uno stato confusionario del protagonista coinvolto in situazioni che non gradisce affatto e molto spesso detesta; si passa alla descrizione di come il protagonista convive con questa situazione e di come gli altri personaggi reagiscano al suo comportamento; poi, arrivato ad un limite di sopportazione, il protagonista decide di uccidere la "causa della sua infelicità"; dopo aver descritto accuratamente l’omicidio, l’autore riferisce con altrettanta accuratezza le fasi dell’occultamento del cadavere e la successiva macabra freddezza del protagonista che non prova alcun rimorso per l’atto compiuto; si arriva in fine all’intervento della polizia e dopo un iniziale insuccesso delle indagini, il protagonista si trova costretto non dal rimorso ma dal terrore a rivelare la propria colpevolezza lasciando così spazio al trionfo della giustizia.

 

TECNICHE NARRATIVE

I due schemi narrativi sono molto simili, per quanto riguarda modalità narrative: narratore interno (punto di vista interno) coincidente con il protagonista. Questa tecnica, con la quale le prospettive del lettore sono vincolate a ciò che chi scrive vuole comunicare, rafforza così il patto narrativo e contribuisce a creare una suspense che si scioglie solo al termine del racconto. I due personaggi si considerano entrambi sani, del tutto razionali; in realtà proprio dai comportamenti e dalle contraddizioni dei loro discorsi, ne emerge la pazzia. C'è comunicazione inoltre tra lettore e narratore: quest'ultimo, infatti, chiama spesso in causa il lettore, gli si rivolge in prima persona, direttamente, quasi per trovare il consenso ai suoi ragionamenti, alle sue riflessioni e sul piano stilistico per rendere il racconto più coinvolgente e realistico. Ma se l'interiorità, la psicologia dei personaggi viene scandagliata completamente, le caratteristiche fisionomiche e antropologiche rivestono un ruolo di secondo piano (sono del tutto inesistenti ne "Il cuore rivelatore", infatti, il lettore non conosce nulla del narratore, non è in grado di stabilire né età, sesso…; appena delineati ne "Il gatto nero": conosciamo, infatti, parte della sua storia, il suo cambiamento improvviso dovuto all'alcolismo, la sua vita familiare..).

Infine si deve sottolineare lo sdoppiamento del narratore nell' "io narrante" legato al momento della confessione e al tentativo di scagionarsi dall'accusa di pazzia; nell' "io narrato" legato alla preparazione e alla realizzazione dell'impresa criminale. L' io narrante rappresenta quindi colui che racconta la storia; l' io narrato il protagonista. Le due figure coincidono, ma hanno un diverso ruolo nel racconto, sottolineato dal netto cambiamento dei tempi verbali (presente indicativo per il primo, passato per il secondo).

Un'ultima riflessione riguarda gli elementi chiave della narrazione visivi e uditivi: nel "Il cuore rivelatore", infatti, dominano l'immagine dell'occhio d'avvoltoio del vecchio (che costituisce la ragione stessa dell'omicidio) e il suono ossessivo e angosciante del suo cuore ("come un orologio avvolto nel cotone"); ne "Il gatto nero", invece, l'intera vicenda ruota attorno alla figura del felino nero a cui è stato cavato un occhio e al suo miagolio cupo e sommesso, simile ad un pianto.

La scelta de "Il gatto nero" per il confronto è stata determinata dalle evidenti somiglianze, su vari livelli, tra i due racconti. In questo modo abbiamo potuto constatare come Poe, da una comune struttura di base, sviluppi un articolato e originale intreccio narrativo, che conferisce ad ogni brano un carattere originale.

 

Altri confronti

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